Il processo a Dreyfus |
Inviato a Parigi dal giornale viennese per cui lavorava, Herzl seguì da vicino il processo a Dreyfus e rimase colpito dall'intensità del sentimento anti-ebraico che si sviluppò in Francia. Giunse così alla conclusione che il popolo ebraico non avrebbe mai potuto raggiungere un benessere e un'integrazione perfetta permanente nelle nazioni in cui era presente come minoranza.
Tornato a Vienna, Herzl propose una risposta alle ingiustizie dell'antisemitismo, che consisteva nel movimento chiamato Sionismo. Secondo questa ideologia, solo vivendo in un territorio a nazionalità ebraica gli ebrei possono essere completamente al sicuro dall'antisemitismo; infatti l’odio nei loro confronti si è più volte manifestato nella storia, sin dal Medioevo, e il suo ritorno in un’epoca in cui era ormai data per scontata la loro totale integrazione (dopo l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese) era la prova evidente che mai senza un loro Stato avrebbero potuto vivere in piena sicurezza. Inoltre, questo territorio doveva corrispondere all'antico Regno di Israele, la Palestina, regione all'epoca appartenente all'Impero Ottomano e gestita dal Sultano turco.
Herzl viaggiò a lungo in cerca di supporto, nel 1896 pubblicò Der Judenstaat (“Lo Stato ebraico”) con cui teorizzava le modalità della nascita di uno Stato per gli ebrei, e nel 1897 tenne una conferenza a Basilea in Svizzera. Delegati arrivarono da tutto il mondo, la maggior parte di essi giunsero dalla Russia, altri dal Canada, dagli USA, dall'Inghilterra e da altri paesi dell'Europa Occidentale.
Il primo Congresso Sionista pubblicò un documento chiamato “il Programma di Basilea” destinato sia agli ebrei dispersi nella Diaspora che alle nazioni nelle quali essi vivevano. Gli obiettivi che si proponeva erano quanto mai ambiziosi: la frase di apertura dichiarava “l'obiettivo finale del Sionismo consiste nell'assicurare agli ebrei residenti in Palestina un proprio territorio nazionale sicuro e riconosciuto internazionalmente”. Il ritorno nella Terra Promessa di Israele, che per duemila anni era stato solo una aspirazione spirituale e sentimentale, trovò una forma pratica: il Sionismo, il ritorno a Sion.
Questo divenne l'obiettivo politico che i leader ebrei perseguirono in seguito attraverso la diplomazia internazionale. Gli ebrei si erano dichiarati una nazione: una nazione che sapeva dove si trovava il suo territorio e che era determinata a stabilirvisi.
Theodor Herzl |
Dopo il primo congresso sionista, Herzl viaggiò a lungo in cerca di un riconoscimento internazionale del diritto ebraico ad un proprio territorio. Andò a Costantinopoli ed incontrò il Sultano turco, ma non riuscì a convincerlo a concedere agli ebrei un territorio che fosse al di fuori del controllo Ottomano. Incontrò anche il Kaiser tedesco, Guglielmo II di Germania, ma questo era più interessato ad aumentare l'influenza tedesca in Palestina con la costruzione di chiese ed ospedali.